Il metodo Montessori e l'importanza della Natura nell'educazione del bambino
Esiste un legame tra il bambino e la natura che ha qualcosa di magico, qualcosa che stimola la curiosità e l'attenzione dei più piccoli e di cui Maria Montessori colse le enormi potenzialità educative.
Maria Montessori integrò, nelle sue prime Case dei Bambini, un metodo pedagogico di apprendimento in cui la natura diventa uno strumento di conoscenza, consapevolezza e crescita, coinvolgendo tutte le aeree di un essere umano, non solo fisiche e mentali, ma anche e soprattutto emotive e spirituali.
La famosa pedagogista definisce il bambino come "il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire". Riteneva, infatti, necessario riporre nella natura il più grande potere dell'opera educativa, sostenendo che "le cure premurose verso gli esseri viventi sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell’anima infantile".
Bisogna, quindi, risvegliare "un'attitudine di previdenza" nel bambino attraverso attività di cura delle piante e degli animali. "Quando sa che quegli animali hanno bisogno di lui, che le pianticelle si seccano se non le innaffia, il suo amore va collegando con un filo nuovo l’attimo che passa col rinascere del giorno seguente".
Nascita ed evoluzione del Metodo Montessori
Ancor prima di Maria Montessori, il pedagogista tedesco Friedrich Fröbel aveva colto l'importanza delle attività svolte a contatto con la natura. Fröbel aveva concepito i Giardini di Infanzia basato su un nuovo modo di vedere ed educare la natura infantile. La scuola-giardino è il luogo in cui l'infanzia è paragonata a una pianta, in cui egli può crescere liberamente, accudito da maestre-giardiniere opportunamente formate.
Si tratta di un vero e proprio ambiente educativo che produce la serenità e funzionalità degli spazi domestici, attraverso sale interne, il cortile per gli esercizi ginnici e un giardino, fondamentale per mettere il bambino a contatto con la natura.
Ogni bambino aveva a disposizione un'aiuola da coltivare e curare, attraverso cui avrebbe potuto osservare il ciclo di vita della pianta, seminata da lui, percependo il passare del tempo, l'alternarsi delle stagioni e imparare ad attendere e rispettare i tempi della natura.
Maria Montessori, condividendo e portando avanti questo modus operandi, organizza il suo metodo attraverso attività e lavori da svolgere in giardino e nell'orto che consentono di “vivere” la natura all'esterno della classe e della scuola, mentre all'interno della classe prevede la presenza del “tavolo della natura” che consente di osservare, scoprire, sperimentare e studiare quanto raccolto all'esterno.

Foto di proprietà di Atomic Baby
La coltivazione
Nascita ed evoluzione del Metodo Montessori
Ancor prima di Maria Montessori, il pedagogista tedesco Friedrich Fröbel aveva colto l'importanza delle attività svolte a contatto con la natura. Fröbel aveva concepito i Giardini di Infanzia basato su un nuovo modo di vedere ed educare la natura infantile. La scuola-giardino è il luogo in cui l'infanzia è paragonata a una pianta, in cui egli può crescere liberamente, accudito da maestre-giardiniere opportunamente formate.
Si tratta di un vero e proprio ambiente educativo che produce la serenità e funzionalità degli spazi domestici, attraverso sale interne, il cortile per gli esercizi ginnici e un giardino, fondamentale per mettere il bambino a contatto con la natura.
Ogni bambino aveva a disposizione un'aiuola da coltivare e curare, attraverso cui avrebbe potuto osservare il ciclo di vita della pianta, seminata da lui, percependo il passare del tempo, l'alternarsi delle stagioni e imparare ad attendere e rispettare i tempi della natura.
Maria Montessori, condividendo e portando avanti questo modus operandi, organizza il suo metodo attraverso attività e lavori da svolgere in giardino e nell'orto che consentono di “vivere” la natura all'esterno della classe e della scuola, mentre all'interno della classe prevede la presenza del “tavolo della natura” che consente di osservare, scoprire, sperimentare e studiare quanto raccolto all'esterno.

Attività da proporre ai bambini
ALL'APERTO
Esempi di attività da proporre ai bambini in spazi aperti, parchi e orti possono essere:
- ripulire un'area da foglie secche,
- raccogliere frutti, odori e spezie,
- seminare e curare un piccolo orto.
IN CASA
Anche a casa è possibile svolgere attività volte al contatto con la natura.
Basta un balcone o un terrazzo per seminare piantine o piccoli ortaggi.
Prendersene cura, osservarne l'evoluzione, raccoglierne i frutti e studiarne i risultati
La coltivazione
Come la Natura influenza la vita sociale
"Vivere la natura" fa sì che il bambino cresca con un sentimento per la natura, che si traduce in curiosità verso ciò che lo circonda ma soprattutto attenzione e rispetto.
Una crescita formativa attraverso la natura prepara il bambino ad una vita da adulto partecipe e responsabile e che lo porti ad avere una "coscienza cosmica" per la partecipazione attiva e consapevole alla vita sociale.
In questo modo potrà contribuendo maggiormente all'elevazione dell'intera società umana.
In Italia, oggi, sono molto diffuse nelle scuole le attività didattiche all'aperto e negli orti, grazie ad una maggiore sensibilità verso tematiche quali l'ambiente, la natura e l'alimentazione.
Nel 2004, infatti, parte in Italia Orto in Condotta, progetto pensato e “coltivato” da Alice Waters, vice-presidente Slow Food Internazionale.
Carlo Petrini, fondatore dell'associazione Slow Food, spiega “Il progetto Orto in Condotta è triennale, il suo programma è basato principalmente sull'educazione alimentare e ambientale, attraverso attività in classe e nell'orto. I formatori di Slow Food si occupano delle lezioni di aggiornamento con gli insegnanti e degli incontri con i genitori. Ogni anno le attività ruotano intorno ad una tematica precisa: l’orto e l’educazione sensoriale; l’educazione alimentare e ambientale; la cultura del cibo e la conoscenza del territorio.”
Osservare la Natura
Studiare la Natura
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